📌 CAPITOLO 1: IL CONTRATTO NEL SISTEMA GIURIDICO ITALIANO

1.1 Definizione e natura giuridica. L'art. 1321 c.c. definisce il contratto come "l'accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale". Da questa definizione emergono tre elementi fondamentali: la plurilateralità (almeno due parti), la patrimonialità (contenuto economicamente valutabile), la giuridicità (effetti riconosciuti dall'ordinamento). Il contratto è la principale fonte di obbligazioni nel nostro ordinamento.

1.2 Principio di autonomia contrattuale. L'art. 1322 c.c. sancisce il principio di autonomia contrattuale, pilastro del diritto privato. Le parti possono: (a) decidere liberamente se concludere il contratto; (b) scegliere il contraente; (c) determinare il contenuto nei limiti imposti dalla legge; (d) concludere contratti atipici, purché diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela.

1.3 Classificazioni fondamentali. I contratti si distinguono in: tipici (vendita, locazione, appalto, mandato) e atipici; consensuali e reali (mutuo, deposito, comodato); a prestazioni corrispettive (sinallagmatici) e con obbligazioni di una sola parte; a titolo oneroso e a titolo gratuito; ad effetti reali e ad effetti obbligatori; commutativi e aleatori.

📌 CAPITOLO 2: I REQUISITI ESSENZIALI DEL CONTRATTO

2.1 L'accordo delle parti. Rappresenta l'incontro delle dichiarazioni di volontà. Si forma secondo lo schema proposta-accettazione (art. 1326 c.c.). La proposta è dichiarazione unilaterale recettizia che deve contenere tutti gli elementi essenziali del futuro contratto. L'accettazione deve essere conforme alla proposta (altrimenti vale come nuova proposta), tempestiva e portata a conoscenza del proponente. Il contratto si conclude nel momento e nel luogo in cui il proponente ha conoscenza dell'accettazione. Particolare disciplina per: contratti conclusi mediante inizio di esecuzione (art. 1327), offerta al pubblico (art. 1336), contratto con obbligazioni del solo proponente (art. 1333).

2.2 La causa del contratto. È la funzione economico-sociale oggettiva che il contratto realizza. Da non confondere con i motivi (ragioni soggettive individuali, di regola irrilevanti). Nella vendita: scambio cosa-prezzo; nella locazione: godimento del bene contro corrispettivo; nella donazione: arricchimento del donatario per spirito di liberalità. La causa deve essere: lecita (non contraria a norme imperative, ordine pubblico, buon costume ex art. 1343); esistente; nei contratti atipici, meritevole di tutela secondo l'ordinamento (art. 1322, comma 2).

2.3 L'oggetto del contratto. È il contenuto del contratto, ossia l'insieme delle prestazioni dedotte. Requisiti (art. 1346): possibilità (materiale e giuridica, originaria o sopravvenuta); liceità (non contrario a legge, ordine pubblico, buon costume); determinatezza o determinabilità (criteri oggettivi di determinazione indicati nel contratto stesso o rimessi a un terzo ex art. 1349). L'impossibilità originaria e assoluta rende nullo il contratto; quella sopravvenuta determina risoluzione.

2.4 La forma del contratto. Vige il principio di libertà delle forme: il contratto può essere concluso in qualsiasi modo idoneo a manifestare la volontà. Eccezioni: forme legali e forme convenzionali. Forma ad substantiam (richiesta a pena di nullità, art. 1350): atti traslativi di diritti reali immobiliari, atti costitutivi di diritti reali di godimento ultranovennali, locazioni ultranovennali, donazioni, contratti societari. Forma ad probationem: assicurazione, transazione, patto di non concorrenza (rilevante solo ai fini della prova).

📌 CAPITOLO 3: PATOLOGIA DEL CONTRATTO

3.1 La nullità. Forma più grave di invalidità. Cause: mancanza di accordo, causa, oggetto; illiceità della causa, dell'oggetto o dei motivi comuni determinanti; mancanza della forma ad substantiam; contrarietà a norme imperative (art. 1418). Caratteristiche: imprescrittibilità dell'azione; legittimazione assoluta; rilevabilità d'ufficio dal giudice; insanabilità (salvo conversione ex art. 1424 e nullità di protezione); effetto retroattivo ed erga omnes; possibilità di far valere con azione o eccezione.

3.2 L'annullabilità. Forma meno grave. Cause: incapacità legale (minore età, interdizione, inabilitazione) o naturale (incapacità di intendere e volere); vizi del consenso. Vizi del consenso: (a) errore (art. 1427 ss.): deve essere essenziale (sulla natura, oggetto, identità o qualità del contraente) e riconoscibile dalla controparte; (b) violenza morale (art. 1434 ss.): minaccia di un male ingiusto e notevole; (c) dolo (art. 1439): raggiri determinanti il consenso. Caratteristiche: prescrizione quinquennale; legittimazione relativa; non rilevabile d'ufficio; sanabile per convalida espressa o tacita (art. 1444).

3.3 Altri rimedi. Rescissione per lesione ultra dimidium (art. 1448) o stato di pericolo (art. 1447). Risoluzione per inadempimento, impossibilità sopravvenuta, eccessiva onerosità. Tali rimedi operano su contratti validamente conclusi ma colpiti da vizi funzionali.